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Advance Access Publication 27 October 2007 Iyengar Yoga Increases Cardiac Parasympathetic Nervous Modulation Among Healthy Yoga Practitioners

YOGA DI “PRECISIONE” PER COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA

Benefici che si mantengono nel tempo

Solo in Italia, due milioni di persone soffrono di mal di schiena in maniera costante, e 15 milioni accusano disturbi sporadici, ma “l’epidemia” è mondiale. Ora uno studio della West Virginia University di Morgantown, negli USA (pubblicato su Spine Journal) propone a chi non vuole ricorrere ai farmaci una nuova risorsa: lo Yoga Iyengar che anche da noi fa proseliti. L’equipe americana, coordinata da Kimberly Williams, ha prescritto a 90 adulti, tutti con dolori persistenti, o una terapia convenzionale con farmaci antidolorifici, o sei mesi di sedute di Yoga Iyengar prevedendo due sessioni settimanali. Dopo 24 settimane si è vista, nel gruppo che praticava lo Yoga, una riduzione di gran lunga maggiore rispetto al gruppo trattato con farmaci, sia della disabilità funzionale sia dell’intensitá del dolore e della sintomatologia depressiva. E la differenza è rimasta tale anche dopo altri sei mesi di follow-up. Gli studiosi statunitensi, pur non negando l’efficacia di altre forme di yoga e di altre attività motorie, si sono affidati al metodo Iyengar ritenuto piú rigoroso. Spiega Sandra Bertana, che da trent’anni si dedica a diffondere questo metodo: ”Lo yoga Iyengar lavora sul corpo in modo molto scrupoloso e richiede grande concentrazione e capacità introspettive che si acquistano col tempo. L’ideatore, B. K. S. Iyengar, è riuscito a dare agli Asana ( le posizione del classico Hatha Yoga), e al Pranayama ( la tecnica respiratoria), una nuova precisione di esecuzione in modo da poterli utilizzare anche a scopi terapeutici. Negli esercizi, che seguono una sequenza stabilita, si ricerca innanzitutto l’allineamento strutturale e poi si agisce sull’allungamento. Nel metodo Iyengar si pongono poi precisi limiti ai movimenti, per mobilizzare le articolazioni in modo assolutamente corretto. Conferma Fulvio Palombini, reumatologo e docente di fisioterapia alla Sapienza di Roma:” Lo Yoga Iyengar è molto efficace perché, pur sollecitando al massimo la struttura muscolare e articolare, rifugge da ogni esasperazione del movimento, rispettando quindi l’ergonomia del corpo.”. “Un'altra peculiarità - riprende l’esperta - è l’utilizzo di attrezzi (coperte, panche, corde, sedie, mattoncini) che facilitano la realizzazione e il mantenimento delle posizione, rendendole possibili anche a chi ha problemi fisici. In chi soffre di lombalgia, poiché il diaframma è sempre eccessivamente rigido e la muscolatura lombare molto contratta, si agisce sulle principali cause che provocano queste disfunzioni: cattiva postura nella posizione eretta, e respirazione incompleta. Quindi, insegniamo a utilizzare al meglio gambe e piedi, rafforzandoli, e sblocchiamo il diaframma con esercizi che insegniano ad utilizzare ogni parte dell’apparato respiratorio. Tra l’altro lo sblocco del diaframma è la strada per affrontare gli stati depressivi.”

PUNTI FORTI: GRADUALITA’ E CORRETTEZZA

Sono molte le tecniche e le attività motorie che promettono giovamento alla nostra colonna. Dall’hata yoga allo stretching e al Pilates, oltre alle varie ginnastiche antalgiche. Perché prediligere il Metodo Iyengar rispetto agli altri? “Tanto per cominciare bisogna diffidare da chi suggerisce di fare “comunque” del moto, nella convinzione che piú ci si muove meglio è” puntualizza Fulvio Palombini, reumatologo e docente in fisioterapia alla sapienza di Roma. “Nello specifico – prosegue – preferisco il Metodo Iyengar al Pilates perché in quest’ultimo i movimenti sono meno precisi. Nello stretching, alla mancanza di precisione del movimento si aggiunge una sollecitazione muscolare non sempre controllata. Infine nello yoga classico non è prevista durante l’esecuzione degli asana né la correttezza fisiologica dell’azione, né la sua gradualità. Differente anche la tecnica respiratoria che, mentre nel pranayama è soprattutto di tipo addominale, nel Metodo Iyengar coinvolge tutto il torace, contribuendo a distendere la colonna”.


Mabel Bocchi da Corriere Della Sera – Salute domenica 27 settembre 2009

YOGA CHE CURA

In alcune patologie da benefici superiori ai farmaci. Dopo le ricerche delle università indiane anche quelle di prestigiosi atenei Usa rilevano effetti terapeutici dell'antica pratica su malattie reumatiche e cardiovascolari .

Relax e movimento, armonia di corpo e spirito dall'antica saggezza indiana. Lo yoga, per chi lo pratica, è un vero e propio modello di vita che coinvolge tutta la sfera quotidiana. Ma oggi non è più soltanto ginnastica e spiritualità, ma anche ricerca medica. Ci sono al momento in corso ben 23 clinical trials, sperimentazioni u mane, in altrettanti ospedali e centri medici che coinvolgono infatti le tecniche dello yoga in precise terapie ospedaliere. E dagli anni 60 a oggi sono stati pubblicati qualcosa come 991 studi su Yoga e cure mediche in riviste scientifiche internazionali. Gli ospedali e centri medici da New Delhi a Bangalore a Shiraz (Iran), dal Medioriente e Sudest asiatico (dove c'è una cultura radicata di "medicina integrata" tra "mainstream"e "alternative") fanno la parte del leone producendo il maggior numero di studi clinici. L'ultimo in ordine di tempo, apparso sul numero di novembre di European journal of Cancer Care, ha dimostrato ad esempio l'efficacia della pratica yoga nell'attenuazione degli effetti collaterali (nausea e vomito) della chemioterapia in 68 pazienti. Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Scienze della vita dell'Università di Bangalore, mettendo a confronto il campione sottoposto a un'ora quotidiana di yoga con un altro che ha svolto una terapia di rilassamento tradizionale. Altri studi sono invece appena iniziati al Mercy medical center di Baltimora per capire se e quanto lo yoga possa attenuare il senso di "fatica" delle malate di tumore. Ma vi sono anche studi che dimostrano l'efficacia dello yoga anche per il diabete, ad esempio, le malattie cardiovascolari, il dolore di schiena cronico, il tumore al seno e una quantità di altre sindromi e disturbi. Su diabete e yoga sono stati compiuti ben 28 studi clinici dal 1986 a oggi, in gran parte in ospedali indiani, ma anche in Olanda e Australia. Si tratta di sperimentazioni rigorose, che mettono sempre a confronto gli effetti della terapia yoga con un altra di supporto similare, propio per evitare eventuali suggestionamenti. Sul diabete mellito di tipo 2 è stata dimostrata, al Guru Tegh Bahadur Hospital di Delhi (in uno studio coordinato dall'Università), una correlazione tra alcune "asana" (posizioni) yoga e la velocità di conduzione del nervo mediano (che nei diabetici causa continui formicoli alle mani) e il controllo del glucosio nel sangue. Al termine della sperimentazione, i 20 diabetici che avevano praticato yoga (30-40minuti al giorno per 40 giorni) avevano una efficienza maggiore delle mani e un maggior controllo dei livelli di glucosio, rispetto al gruppo che aveva svolto solo delle camminate come terapia "integrata" a quella convenzionale. Degli effetti benefici dello yoga,su corpo e mente, si parla da anni. Ma oggi si cerca una risposta scientifica e lo yoga comincia a essere studiato anche da chi fa ricerca medica. Ad esempio, perchè le pratiche yogiche (asana e meditazione) hanno evidenti benefici in sindromi come ansia e depressione come è testimoniato da tutti coloro che le eseguono? Lo hanno scoperto un gruppo di psichiatri della Scuola di medicina della Boston University, in uno studio pubblicato nel maggio scorso sul Journal of Complementary and Alternative medicine. I medici hanno sottoposto a risonanza magnetica un gruppo di otto "yogi" prima e dopo la loro sessione quotidiana di 60 minuti. Allo scanner con imaging del cervello è risultato, al termine di ciascuna sessione di yoga, un aumento di ben il 27% dei livelli dell'acido "Gaba" (gamma-aminobutirico) che, insieme alla noradrenalina e serotonina, sono i neurotrasmettitori più importanti nel controllo fisiologico e patologico degli stati emozionali. Il loro deficit, dunque, ha un ruolo nell'ansia e depressione. E lo yoga si comporta come una vera e propria "medicina naturale", senza effetti collaterali, negli stati d'ansia depressivi: i livelli del Gaba nei nei depressi vengono normalmente incrementati con terapie farmacologiche a base di benziodiazepine, i cui effetti collaterali sono a tutti noti. Il gruppo di controllo, a cui era sto somministrata come "calmante", una sessione di lettura rilassante, non mostrava invece alcun aumento del Gaba cerebrale.


di Susanna Jacona Salafia da Repubblica.it Salute

IYENGAR YOGA E LOMBALGIA CRONICA

E' un disturbo largamente diffuso che ha raggiunto proporzioni “epidemiche": la lombalgia cronica. Una ricerca statunitense pubblicata sulla rivista scientifica Pain ha verificato gli effetti della pratica Yoga, e in particolare del metodo lyengar, su un gruppo di persone affette da questo tipo di problema. E’ la prima sull'argomento a utilizzare uno studio randomizzato e controllato, cioè senza criteri di inclusione: i pazienti scelti non hanno mai praticato yoga. Hanno frequentato, per circa tre mesi, una lezione alla settimana della durata di un'ora e mezza e sono stati incoraggiati a praticare, a casa per trenta minuti per cinque giorni alla settimana. Risultato: una significativa riduzione dell'intensità del dolore, della disabilità funzionale e dell'uso di medicinali dopo tre mesi di pratica. Lo studio ha preso in considerazione ventinove posture tra quelle supine, sedute, erette, piegate in avanti e le torsioni che hanno portato alla progressiva riabilitazione del disturbo migliorando gli squilibri del sistema muscolo-scheletrico che influenzano l'allineamento spinale e la postura, aumentando la flessibilità, la mobilità e la stabilita nella muscolatura e nelle articolazioni All'inizio sono stati proposti “asana" (posizioni) in grado di alleviare il dolore e la tensione muscolare, per passare, poi, all'allungamento dei fasci muscolari che si attaccano alla colonna e alle pelvi, e all'apertura di anche e inguini. Le torsioni accedono ad un livello più profondo dei muscoli dorsali e aiutano a riallineare le vertebre, ad aumentare lo spazio intervertebrale, diminuendo la possibile compromissione delle radici nervose. «Quando il muscolo è indolenzito, va in contrattura e non può più essere forte per sostenere la colonna», spiega Daniela Jurisic. specialista in medicina fisica e riabilitazione a Milano e Pavia. «Lo yoga insegna che un muscolo rilassato può essere anche forte. Dobbiamo, quindi, ribaltare la nostra tendenza a pensare che "ammorbidire" il corpo, lo renda più debole. Inoltre. attraverso l'elettromiografia, possiamo constatare che sono i muscoli più piccoli, quelli vicini alla colonna. che devono essere mantenuti alla massima efficienza per essere un adeguato sostegno. Infatti. se non sono forti, la schiena non sarà stabile e la muscolatura sovrastante andrà in contrattura. Ciò significa che bisogna rieducare i muscoli ad agire nel modo giusto rafforzandoli,allungandoli e attivandoli e in questo, lo yoga lavora molto bene», chiarisce la dottoressa. Sulla base di queste ricerche Daniela Jurisic ha avviato a Pavia un "Centro per la Salute della Schiena" in collaborazione con fisioterapisti e insegnanti di Yoga del Centro "Essere per Divenire" che utilizzano il rigore e la precisione nella pratica come propugnato da Iyengar. «Abbiamo cercato di percorrere la stessa strada ampliando le possibilità con l'inserimento dello studio sulla scoliosi per il quale abbiamo già avuto risultati positivi. Naturalmente è un discorso che va portato avanti in equipe», conclude. Fondamentale l’apporto dello yoga in terapia del dolore. “In questo campo l’efficacia della terapia dipende dalla precisione della diagnosi, cosa difficilissima in quanto il dolore cronico è sostenuto da meccanismi neuropatologici di cui si sa ancora molto poco”, afferma Cristiano Gandini, specialista in terapia del dolore, anestesia e rianimazione al Centro Pier Ettore Bergamasco della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano. “L’applicazione di terapie combinate, attraverso la cooperazione di più specialisti, era già stata posta come fondamento della terapia del dolore da John Bonica nel 1953. Curare la persona piuttosto che curare solo il dolore oltre ad essere più facile è sicuramente più completo e può portare a maggiore successo”.
Il valore medico-scientifico dello Yoga Iyengar da “Repubblica Salute” del 16 Febbraio 2006